Note a margine/2

gennaio 11, 2009

“In ascolto: Amico fragile – Fabrizio De Andrè”

E’ sempre troppo poco lo spazio che ci concede la vita per imparare ad amare. Sono uno che non crede molto alle frasi come “ti amo/ti amoancheio”. Troppo facile, amico, cavarsela così. Facile ripetere quelle parole al modo in cui si ripetono le parole delle preghiere, senza crederci davvero. Col tempo si cerca di variare l’intonazione, e il modo di eseguirle, ma le tue parole amico, non sono Variazioni Goldberg e tu, di certo non sei Bach. Forse hai ragione, le cose sono più semplici e non ne vale la pena di essere sempre così maledettamente pesanti come faccio io. Ma, che ci vuoi fare amico. Se leggi I dolori del giovane Werther a quindici anni, la vita, dopo, non può più continuare normalmente, come se nulla fosse successo. E le cose di certo non migliorano se il tuo disco preferito a sedici anni è Songs of Leonard Cohen, e la notte, andando a dormire, hai nelle orecchie ancora la voce del vecchio Cohen che ti racconta di donne come Suzanne, Marianne e Nancy. E tu le sogni. Sogni la loro pelle, sogni di toccarle e farci l’amore. Pensi che se qualcuno ne ha parlato, queste donne – Suzanne, Marianne e Nancy – esistano davvero da qualche parte e che basterà trovarle. E così prendi la decisione che passerai tutta la vita a cercarle, Suzanne, Marianne e Nancy. Se poi ti capita anche di trovare per caso un disco di De Andrè prima di aver compiuto diciotto anni, sei fregato davvero amico. Non c’è più nulla da fare, per te. Sarai uno di quelli che le persone – quando incrociano il loro sguardo con il tuo – osservano con uno sguardo che è un misto di scherno e compassione. Ma loro, non sono a conoscenza del tuo segreto, amico. Fottitene.

Questa è per quelli come noi. Ogni volta che la sento, piango.

Note a margine

gennaio 10, 2009

“In ascolto: Beside you – Van Morrison”

A volte incontri delle persone e quando le incontri ti segnano la vita con solchi profondi, incidendo la tua vita col suono del loro nome, come fossero la puntina di un giradischi su di un lp. E mentre gira suona e mentre suona si consuma e consumandosi muore. Ogni giorno un po’ di più.

E’ così che è iniziata questa storia delle cinque canzoni che ogni tanto qualche mese fa vi rifilavo. Dalla convinzione che con la musica potremmo riscrivere la nostra vita. Riscrivere, perchè parlare della propria vita è, in qualche modo, già un ricordare, quindi un riscrivere. La prima bozza, amico, è fatta da ogni virgola che proprio in questo momento stai scrivendo, respirando anche soltanto. E’ in questo modo che mi sono presentato, facendo parlare/come/suonando cinque canzoni che mi descrivessero. La musica invece delle parole. Ricordi? Vi ho parlato poi delle cinque donne della mia vita. Mia madre, Angie, Lavinia,  Alice. E Suzanne. Vi ho raccontato di me e di Suzanne e di come fossi incapace di farle sentire quanto la amassi. Vi ho raccontato la mia rabbia, e vi ho lasciato raccontandovi la mia voglia di libertà. La mia evasione che mi ha portato lontano da te, amico.

Ma qualcosa sta cambiando. Inizi a mancarmi. Qualche sera fa ho letto un pensiero di Lester Bangs e ho pensato che in qualche modo, parlasse di noi. Eccolo:

“L’autobiografia più autentica che potrei mai scrivere, e so che questo vale anche per molti altri, si svolgerebbe per la maggior parte al bancone di un negozio di dischi, davanti a un jukebox, al volante di una macchina con l’autoradio che mi dà una sferzata, nelle ore insonni dopo mezzanotte passate da solo con le cuffie nelle orecchie e vasti ponti panoramici e cori angelici nel cervello, o semplicemente seduto con comodo, fumato o no, nel vasto grembo benigno dell’America, battendo il ritmo sui fianchi, felice.”.

dio quanto hai ragione Lester, fratello.

Telegramma

novembre 23, 2008

Fermo a Chicago STOP

Ritorno incerto STOP

Forse marzo STOP

Viva Obama STOP

5 canzoni per Memphis

settembre 13, 2008

Memphis, Tennessee – Chuck Berry (Video)

Stuck Inside of Mobile with the Memphis Blues Again – Bob Dylan (Video)

Tennessee Flat Top Box – Johnny Cash (Video)

Heartbreak Hotel – Elvis Presley (Video)

MLK – U2 (Video)

Diario di viaggio – 19 luglio

luglio 20, 2008

Tranquillo amico, non mi hanno ucciso gli indiani. Semplicemente non avevo voglia di scrivere. Sono stanco. L’America è un paese molto diverso rispetto a quello che impari ad amare dalle pagine di un libro di Jack Kerouac o dai versi di un vecchio blues. Solo oggi sono arrivato a Memphis. Ben diciotto giorni di viaggio dalla mia partenza da New Orleans. E’ un paese diffidente quello che ho incontrato in questi giorni sulle strade che separano la città del jazz dalla città del blues. Trovare qualcuno disponibile a darmi un passaggio è stato molto più dura di quanto pensassi. Come mi ha spiegato Ray Coleman, uno sveglio settantenne dell’Illinois che mi ha dato un passaggio fino a qualche miglio da Memphis, per la maggior parte degli americani, il ciglio della strada è solo un posto per puttane. E cani, ha aggiunto. Mi ha detto che in fondo è sempre stato così. “Kerouac ha solo avuto culo”, mi ha detto il vecchio Coleman.

In ogni caso eccomi qui a Memphis. Questa è una città che dovrebbe avere molte storie da raccontare. Da qui sono passati Johnny Cash, Muddy Waters, John Lee Hooker, e “King” Elvis. Come a New Orleans, la musica è in ogni angolo di questa città. Ma non è solo una questione di blues. Memphis è anche la città della vergogna americana. Memphis è ancora sporca del sangue versato sui pavimenti del Lorraine Motel da Martin Luther King il 4 aprile 1968. Non c’è blues che possa rimediare al dolore e alla vergogna di quel giorno.

Avanti Memphis. Raccontami la tua storia. Possibilmente davanti ad una bottiglia di Jack Daniel’s del Tennessee. Mi trovi alla stanza 246, Lorraine Motel.

Diario di viaggio – 12 luglio

luglio 12, 2008

Road to Memphis

5 canzoni per New Orleans

giugno 30, 2008

West End Blues – Louis Armstrong (Video)

Blue Moon – Billie Holiday (Video)

I Ain’t got Nothin’ but the Blues – Duke Ellington (Video)

Round Midnight – Ella Fitzgerald (Video)

My Funny Valentine – Chet Baker (Video)

Diario di viaggio – 29 giugno

giugno 29, 2008

Stamattina mi sono svegliato nel letto di Molly. Adesso Hank mi ammazza. Ma su una cosa aveva ragione, il culo di Molly. Divino. Ma per il resto si sbagliava, il culo non è tutto. La voce è tutto, e Molly aveva una voce bellissima. Fragile. Sembrava dovesse spegnersi da un momento all’altro, come una candela senza rumore. Mentre facevamo l’amore era difficile distinguere i gemiti dal silenzio intorno. Quando sono andato via, le ho chiesto perchè la sera scorsa mi avesse mandato al diavolo. Non mi ha risposto. Mi ha mandato al diavolo, di nuovo, ma con tristezza, senza rabbia. Addio Molly. Questa è l’ultima notte che passerò a New Orleans.

Ho già mandato il nastro con le 5 canzoni per New Orleans. Mi hanno detto che dovrebbe andare in onda stasera alle 21,30 su Radio F2. Adesso, non resta che prendere la cartina in mano e scegliere una nuova meta. Cosa consigli amico?

Molly al mattina

Diario di viaggio – 26 giugno

giugno 26, 2008

Molly. Dice di chiamarsi Molly.

Diario di viaggio – 25 giugno

giugno 25, 2008

Ancora qualche giorno a New Orleans e poi si torna sulla strada.

Il vecchio Hank mi ha detto che ieri sera una donna ha chiesto di me. Mentre il vecchio le stava rispondendo indicandole il tavolo cui sedevo fumando quel che restava di una Lucky Strike, la donna gli ha detto di riferirmi che ero un figlio di puttana e di andare al diavolo. Ho chiesto ad Hank se la ragazza gli avesse detto il suo nome. Hank con quell’aria da vecchio ubriacone che si ritrova, mi ha fatto quindi un cenno positivo con la testa, aggiungendo poi che non me lo avrebbe mai detto perchè si era innamorato di quella donna e del suo culo. “Il culo è tutto Johnny, lo sai” mi ha detto. “Comunque vedi di non farti venire strane idee… Quel grosso culo attende solo me, quindi se vuoi ancora venire in questo posto a bere i tuoi Jack Daniel’s e a parlare col buon Hank, è meglio che te la fai passare la voglia di conoscere il nome di quella donna” ha aggiunto Hank col suo accento da bianconegro. “Và al diavolo Hank” gli rispondo io. “Amico, sei a New Orleans ricorda. L’unico posto possibile per quelli come te e me, il solo posto al mondo dove la musica è in ogni pietra di ogni strada, l’unico posto al mondo dove per andare al diavolo, basta girare l’angolo. Quindi, accetta il consiglio del vecchio Hank, gira l’angolo amico”

“Ti voglio bene Hank”

“Fanculo Johnny”